Discussione Attacchi di SEO Poisoning & Ads Phishing

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24 Febbraio 2017
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Attori malevoli minacciano il web con una nuova categoria di attacchi: il SEO Poisoning e Ads Phishing, cioè l'indicizzazione di pagine malevole su Google tramite gli Ads, con lo scopo di far scaricare contenuti malevoli.​

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Attacchi di SEO Poisoning & Ads Phishing​

Fonte originale: Breaking Down the SEO Poisoning Attack, SentinelOne



Nelle ultime settimane sono emersi sempre più annunci pubblicitari malevoli sul web, in particolar modo all'interno del principale motore di ricerca utilizzato dall'84% delle persone al mondo: Google.

Questa tipologia di attacco, riconducibile alla categoria "malvertising", è meglio noto come SEO Poisoning o, più comunemente, Ads Phishing. Lo scopo e il funzionamento dell'attacco sono molto semplici: far scaricare alle proprie vittime del software dannoso falsificando il sito web di un noto brand o software, sfruttando però gli Ads offerti dai vari motori di ricerca per rankare in prima posizione la pagina malevola, prima ancora del sito originale.​

Vediamo un esempio concreto di questo attacco:

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Blender è una nota suite open source per la modellazione di oggetti 3D. Il sito ufficiale (riquadrato in verde nell'immagine sopra) è https://www.blender.org/, e come tale dovrebbe essere il primo risultato di una ricerca per questo prodotto. Come si può evincere dall'immagine, però, così non è: sono stati indicizzati tramite i Google Ads 3 diverse copie malevole del sito originale, con l'intento di far scaricare a degli utenti ignari un programma malevolo anziché l'originale.

Paragoniamo l'aspetto grafico dei tre siti in questione rispetto all'originale:
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Sito originale

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Primo sito malevolo

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Secondo sito malevolo

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Terzo sito malevolo

Come possiamo notare, i quattro siti sono praticamente uguali! Non mi meraviglierei affatto se un utente ignaro della truffa o poco attento scaricasse un programma malevolo anziché l'originale. E' vero che i domini sono diversi e che i link da cui vengono scaricati i malware in questione non sono fonti tradizionali di distribuzione software (un link punta a dropbox, un altro a google drive, un altro ancora a discord), ma ci hanno sempre insegnato che i primi risultati di un motore di ricerca sono i più pertinenti e affidabili...​

beh, non è sempre così!

Così come Blender, anche altri prodotti sono stati presi di mira e copiati con lo stesso modus-operandi. Tra questi spiccano i nomi di Photoshop, GIMP, OBS Studio, VLC, 7-Zip, CCleaner, Rufus, Notepad++ e tanti altri programmi ancora.​

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In maniera molto similare, anche i principali password manager cloud-based sono stati presi di mira dalla stessa campagna di malvertising, con la differenza che per queste tipologie di applicazioni gli attaccanti sono interessati a rubare le credenziali delle vittime piuttosto che far scaricare loro dei programmi infetti.

Tra le principali piattaforme replicate spuntano i nomi di 1Password e Bitwarden, ma sono sicuro che anche altri brand come LastPass sono nel mirino dei criminali informatici.
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Come proteggersi?​

Visto che la problematica dipende principalmente da Google, l'unico modo per proteggersi effettivamente è quello di NON affidarsi ai risultati di ricerca pubblicizzati e sponsorizzati tramite Ads. Utilizzare un Ad-blocker può sicuramente fare comodo e limitare il problema, e anche utilizzare un antivirus di aggiornato di fascia medio-alto permette di restare al sicuro e di bloccare tutte le pagine sospette.​

Non solo i motori di ricerca!​

Sebbene la problematica del SEO Poisoning impatti i motori di ricerca, la stessa identica logica viene utilizzata anche per attuare truffe sui siti di acquisti online come ad esempio Amazon! Vi è mai capitato di trovare tra i primi risultati (o tra quelli sponsorizzati) prodotti scadenti o di dubbia provenienza? Beh, credo proprio di sì. Gli Ads non sono mai affidabili e spesso possono essere acquistati da chiunque. Prestate dunque sempre la massima attenzione.​


Risorse esterne:​





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Interessante, soprattutto perchè è un attacco che può trarre in inganno anche i navigatori del web più esperti o chi ha semplicemente un minimo di consapevolezza dei rischi che si corrono in rete.
L'ho notato a lavoro, molti colleghi si affidano ciecamente a google cliccando sui primi risultati di ricerca anche se sono annunci.
Per risolvere ho bloccato gli ad modificando il file hosts locale, ho settato a 0.0.0.0 parecchi domini malevoli.
Ovviamente non l'ho fatto sito per sito singolarmente ma ho copiato e incollato nel file un elenco già pronto da questo sito:


Oltre a ciò ho impostato come DNS questi IP:
  • 208.67.222.123
  • 208.67.220.123
Sono i nameserver familyshield di OpenDNS che riescono a bloccare molti siti di phishing, contenuti per adulti ecc...
 
Interessante, soprattutto perchè è un attacco che può trarre in inganno anche i navigatori del web più esperti o chi ha semplicemente un minimo di consapevolezza dei rischi che si corrono in rete.
L'ho notato a lavoro, molti colleghi si affidano ciecamente a google cliccando sui primi risultati di ricerca anche se sono annunci.
Per risolvere ho bloccato gli ad modificando il file hosts locale, ho settato a 0.0.0.0 parecchi domini malevoli.
Ovviamente non l'ho fatto sito per sito singolarmente ma ho copiato e incollato nel file un elenco già pronto da questo sito:


Oltre a ciò ho impostato come DNS questi IP:
  • 208.67.222.123
  • 208.67.220.123
Sono i nameserver familyshield di OpenDNS che riescono a bloccare molti siti di phishing, contenuti per adulti ecc...
Dato che si tratta di computer utilizzati a fini lavorativi non sarebbe stato più comodo fare una white-list contenente solo i portali a cui è permesso l'accesso, invece di usare una black-list di migliaia di siti? Che comunque occupa molto più spazio a livello di archiviazione...
 
Dato che si tratta di computer utilizzati a fini lavorativi non sarebbe stato più comodo fare una white-list contenente solo i portali a cui è permesso l'accesso, invece di usare una black-list di migliaia di siti? Che comunque occupa molto più spazio a livello di archiviazione...
Avevo pensato anche a quello ma il problema è che sono in totale 40 postazioni, ogni ufficio ha mansioni differenti e ha necessità di navigare su parecchi portali e dovrei fare una whitelist parecchio ampia.
Questa operazione la faccio come ulteriore livello di sicurezza dal momento che ho un firewall di rete pfsense con regole di traffico molto restrittive e un antivirus centralizzato che anch'esso blocca i domini pericolsi.
Sto lavorando per passare a dominio active directory e l'idea sarebbe di impostare poi i dns e la blacklist direttamente sul domain controller centrale invece che sulle singole workstation.

 
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Interessante. La qualità dei risultati di Google va deteriorandosi di anno in anno. Siamo passati dalla prima pagina piena di articoli blog generati da AI/scritti per il solo scopo di marketing ad attacchi di phishing/malware mirati. Microsoft e ChatGPT, salvateci voi.
 
Interessante. La qualità dei risultati di Google va deteriorandosi di anno in anno. Siamo passati dalla prima pagina piena di articoli blog generati da AI/scritti per il solo scopo di marketing ad attacchi di phishing/malware mirati. Microsoft e ChatGPT, salvateci voi.
Beh oddio, non esageriamo... Io sinceramente ho notato che Google col tempo è migliorato sempre più a livello di qualità di risultati, è solo questa cosa degli Ads che sta andando un po' fuori controllo. Che poi ho notato che questa problematica è molto "vaga", a me sinceramente non è mai capitata e ho provato in diversi modi a cercar di far sbucare degli Ads malevoli, ma ancora non ne ho trovati
 
Beh oddio, non esageriamo... Io sinceramente ho notato che Google col tempo è migliorato sempre più a livello di qualità di risultati, è solo questa cosa degli Ads che sta andando un po' fuori controllo. Che poi ho notato che questa problematica è molto "vaga", a me sinceramente non è mai capitata e ho provato in diversi modi a cercar di far sbucare degli Ads malevoli, ma ancora non ne ho trovati

È un dato di fatto che Google nel corso del tempo abbia dato sempre maggiore risalto ad articoli promozionali/clickbait rispetto a contenuti tecnici/approfonditi magari con un sito rimasto negli anni '90 e con zero ottimizzazione lato SEO.

 
Se paragonati i primi due siti falsi rispetto a quello vero si vede che i falsi sono stati fatti da un deficente

I criminali da quattro soldi possono prendere di mira solo Windows, e infatti l'installer nei siti contraffatti è solo per Windows. Tutti i materiali per condurre un pentest contro Windows sono open source, e quindi facilmente reperibili da questa gente

Per Unix based e MacOS c'è poco e niente di pubblicamente disponibile. È possibile attaccarli, ma prima bisogna capire come funziona un sistema per poterlo attaccare. Ma dato che capire non è proprio il punto forte di questa gente...

Il terzo falso invece è molto più credibile.
 
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