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Sembrava tutto troppo bello per essere vero, lo ammetto francamente, rientravo in quell'ampia fetta di dubbiosi che pensavano che Apple stesse "abbellendo" troppo la realtà, fornendo i soliti test in ambiente controllato anziché un utilizzo effettivo del dispositivo. Mi sbagliavo, ci sbagliavamo tutti in realtà, gran parte della stampa è rimasta sconvolta quando ha ricevuto le unità di test dei nuovi MacBook Air e MacBook Pro da 13 pollici.
Io stesso mi sono astenuto dal commentare l'evento, almeno finché non avessimo avuto la conferma che Apple ha realmente cambiato tutto.
Il perché è presto detto. Apple ha realmente mantenuto le promesse fatte durante l'evento. l'Apple M1 su cui l'azienda ha basato ben tre prodotti il MacBook Air, il MacBook Pro e il Mac Mini, supera di gran lunga le prestazioni delle controparti Intel, non solo di questi modelli di MacBook ma anche di molti altri prodotti presenti nella lineup di Apple e non.
Tutto merito dell'architettura ARM, con l'ingegnerizzazione Apple, che ormai da anni regala prestazioni sempre migliori agli iPhone e agli iPad rispetto ai SoC Qualcomm. Sono anni che le aziende provano ad effettuare la transizione all'architettura ARM, con scarsissimi risultati.
Basti pensare al Surface Pro X e a Windows ARM, dimenticati da tutti, eccetto probabilmente da qualche dipendente della Microsoft. Il grande ostacolo alla transizione è la compatibilità delle applicazioni, che richiedono una riscrittura per funzionare su ARM.
Apple ha risolto il problema con eleganza, come quando transitò da Power PC a Intel, "resuscitando" Rosetta, il "traduttore" di applicazioni che in tempo reale permette ai Mac M1 di eseguire applicazioni progettate sulla "vecchia" architettura.
Questo è possibile, senza riscontrare rallentamenti poiché il SoC di Apple è molto potente sopperendo alla mancanza di compatibilità con "la forza bruta". In più con MacOS Big Sur, Apple ha permesso ai suoi dispositivi con M1 di utilizzare tutte le applicazioni disponibili per iOS.
Non è tutto rose e fiori ovviamente, molte applicazioni iOS su Mac non funzionano come dovrebbero e quindi gli sviluppatori dovranno convertirle per essere "universali", ma è un buon inizio.
David Smith è un ingegnere alla Apple. Trattenere e rilasciare un NSObject è una delle operazioni basilari che compie qualunque sistema Apple. Nell'architettura Apple, qualunque cosa è un oggetto e quando viene utilizzata viene trattenuta dal software, quando smette di essere utilizzata il software la rilascia, liberando la RAM. Questa funzionalità viene svolta in soli 6.5 nanosecondi circa su applicazioni universali e 14 nanosecondi su M1 emulando Intel tramite Rosetta, mentre richiede ad un processore Intel circa 30 nanosecondi.
Questo spiega, semplicemente perché i processori M1 sono così tanto veloci rispetto alle loro controparti Intel. Il software di Apple è pensato per lavorare al meglio insieme a questi processori. Così come gli iPhone e gli iPad non hanno bisogno di grandi quantità di RAM per risultare molto più performanti dei dispositivi Android.
Ma non si tratta soltanto di velocità, ma anche di efficienza e silenziosità, i nuovi MacBook hanno una batteria spaventosa, 18 ore di utilizzo effettivo, molti recensori non hanno ricaricato i loro Mac per giorni. E nonostante i continui stress test l'M1 non ha accennato a riscaldarsi nemmeno sul MacBook Air, che vi ricordo è privo di ventola.
Tutto questo comunque non basta a giustificare la mia affermazione, i nuovi MacBook segnano un totale cambio di passo per un'intera categoria di prodotto il notebook, il fantomatico PC "portatile" che per quanto si sforzasse continuava a perdere quote di mercato rispetto al più popolare Tablet. Essendo ormai il mercato invaso da dispositivi perlopiù con prestazioni deludenti, spesso molto costosi e poco performanti soprattutto nel lungo periodo.
Apple punta a cambiare tutto questo, realizzando dei dispositivi che nonostante siano (per ora) esteticamente identici alle loro versioni Intel, basterà accenderli per rendersi conto di quanto siano profondamente diversi, per questo la sequenza di Craig Federighi che accende un Mac semplicemente "aprendolo" è diventata particolarmente simbolica.
Le cose "belle" si riconoscono al primo impatto, e l'M1 è solo l'inizio. Apple prevede di lanciare i nuovi SoC su tutta la sua lineup di prodotti entro il 2022 e sinceramente non vedo l'ora che succeda.