Discussione Informatica, ricerca universitaria e filosofia (epistemologia)

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Deleted member 246689

Ciao a tutti, volevo sapere se, esattamente come le altre scienze, vi è una correlazione fra filosofia (epistemologia) e scienza informatica che viene applicata per la ricerca.
(ad esempio la teoria di Popper).
Voi ne sapete qualcosa?
 
Non so se può essere considerato filosofico, ma il test di Turing si interfaccia molto su concetti filosofici legati all'essere.
 
Non so se può essere considerato filosofico, ma il test di Turing si interfaccia molto su concetti filosofici legati all'essere.
Probabilmente sì, era filosofico.
Però intendevo dire che se vi è una vicinanza nella ricerca esattamente come le altre scienze.
L'epistemologia, ad esempio, trova se una ricerca scientifica sia assiomatica o meno. Nell'informatica ciò è possibile o no?
 
Probabilmente sì, era filosofico.
Però intendevo dire che se vi è una vicinanza nella ricerca esattamente come le altre scienze.
L'epistemologia, ad esempio, trova se una ricerca scientifica sia assiomatica o meno. Nell'informatica ciò è possibile o no?

Mi cogli alla sprovvista, non so... sarei curioso di sapere anche io a questo punto!
 
Studio filosofia all'università e potrei risponderti, ma devi specificare cosa intendi per relazione tra epistemologia e scienza informatica. In linea estremamente generale le scienze informatiche portano numerosissimi spunti e conseguenze in ambito di teorie della mente, anche se la discussione è stata molto accesa in passato ma andata scemando verso gli ultimi periodi, in luce di nuove scoperte neuroscentifiche e altri fattori troppo lunghi da spiegare in due righe. In ambito scientifico, certo le scienze informatiche costituiscono un nucleo importante in quanto ricercano e forniscono i mezzi tecnologici per la ricerca scientifica, perciò il dibattito molto spesso a livello filosofico si svolge nel ricercare il rapporto tra "tecnica" (termine abusato, non corretto oggi! Ma la discussione è lunga :asd:) e "scienza".
 
Studio filosofia all'università e potrei risponderti, ma devi specificare cosa intendi per relazione tra epistemologia e scienza informatica. In linea estremamente generale le scienze informatiche portano numerosissimi spunti e conseguenze in ambito di teorie della mente, anche se la discussione è stata molto accesa in passato ma andata scemando verso gli ultimi periodi, in luce di nuove scoperte neuroscentifiche e altri fattori troppo lunghi da spiegare in due righe. In ambito scientifico, certo le scienze informatiche costituiscono un nucleo importante in quanto ricercano e forniscono i mezzi tecnologici per la ricerca scientifica, perciò il dibattito molto spesso a livello filosofico si svolge nel ricercare il rapporto tra "tecnica" (termine abusato, non corretto oggi! Ma la discussione è lunga :asd:) e "scienza".
Domani ti dirò quel che so in merito, magari farò un topic dove spiegherò in maniera approfondita il quesito.
 
Studio filosofia all'università e potrei risponderti, ma devi specificare cosa intendi per relazione tra epistemologia e scienza informatica. In linea estremamente generale le scienze informatiche portano numerosissimi spunti e conseguenze in ambito di teorie della mente, anche se la discussione è stata molto accesa in passato ma andata scemando verso gli ultimi periodi, in luce di nuove scoperte neuroscentifiche e altri fattori troppo lunghi da spiegare in due righe. In ambito scientifico, certo le scienze informatiche costituiscono un nucleo importante in quanto ricercano e forniscono i mezzi tecnologici per la ricerca scientifica, perciò il dibattito molto spesso a livello filosofico si svolge nel ricercare il rapporto tra "tecnica" (termine abusato, non corretto oggi! Ma la discussione è lunga :asd:) e "scienza".

Curiosità su un ramo dell'informatica. Cosa posso trovare in ambito filosofico in merito alle AI? Sempre se esiste.
 
Curiosità su un ramo dell'informatica. Cosa posso trovare in ambito filosofico in merito alle AI? Sempre se esiste.
Per dare un'idea, il materiale sull'intelligenza artificiale in filosofia è d'interesse per due rami: Teoria della mente e ambito morale. Poi come extra ci si riflette anche sulle conseguenze sociali, ma sul piano filosofico va a impattare su questi due rami (aggiungiamo anche un piano politico, se vogliamo).

Solitamente quando si parla di AI, nel dibattito comune si cerca di dare una collocazione tra gli strumenti che l'uomo ha a disposizione, e al limite ci si pone qualche interrogativo sul programma da sviluppare per stare attenti che sia "etico", efficace e potente. Invece si tralascia molto l'aspetto "teoretico" che comporta all'interno della filosofia della mente. In altre parole, il modo in cui abbiamo "scoperto", sviluppiamo e lavoriamo l'intelligenza artificiale determina anche la visione che noi abbiamo non solo del mondo ma anche della mente stessa e di come quindi pensiamo, ragioniamo e agiamo. In sostanza le teorie dietro l'IA sono implicitamente un tentativo di rispondere e dare dimostrazione del funzionamento della nostra mente. Solitamente questo percorso comincia da Turing, e (molto brevemente) dal computer (dove per computer si intende qui l'architettura di Von Neumann, ovvero quella dei computer tradizionali). Da Turing si ha l'idea della mente come dispositivo computazionale, da cui derivano poi tutte le teorie mente=software, corpo=hardware e bla bla bla, cose che penso chiunque abbia pensato o almeno gli sia giunto all'orecchio. Da Turing si è passati poi, con la nascita dell'IA "vera e propria" (reti neurali, ML, deep learning ecc) a una diversa concezione della mente che ha dato luogo al connessionismo. Lungo da spiegare, ma in sostanza è un tentativo di superare l'idea di "serial processing" che caratterizza le macchine tradizionali (turing) in favore di un parallelismo (PDP, parallel distributed processing, c'è il libro) e che, attraverso lo sviluppo delle reti neurali, definisce il funzionamento del nostro cervello proprio come una rete neurale, o meglio come una "serie di mappe neurali" complicatissime ed intrecciate/interconnesse, in grado di elaborare quantità d'informazioni molto elevate.

In sostanza l'IA all'interno della filosofia della mente è maggiormente intrecciata tra queste due correnti. Esiste anche una teoria funzionale (funzionalismo, su cui tra l'altro devo fare la tesi:addio:) ma è un pò più specifica e coglie l'IA solo di lato.

Per concludere, computazionalismo e connessionismo sono le due correnti filosofiche (in ambito di teorie della mente) che colgono l'IA e l'informatica come base principale. Molto semplicemente quindi per computazionalismo basta anche qualche articolo/libro di Turing per rendersi conto di come l'idea che aleggiava all'epoca era proprio questa: Se io sono in grado di replicare l'azione umana di contare (quindi l'azione "matematica") all'interno di una macchina di Turing, non è che posso replicare l'intera mente umana? è possibile cioè che l'uomo agisca sempre e comunque secondo input-processo-output, secondo meccanismi che sono possibili da trasformare in algoritmo (algoritmo=ogni cosa/formula che può essere elaborata da una macchina di turing)? è possibile che la mente dell'uomo corrisponda ad un software scritto e programmato? e cosi via.

Poi con la nascita della ricerca in IA nata attorno agli anni 50 con John McCarty gli sviluppi sono diversi e nasce, come detto prima, il connessionismo e via dicendo. Per questo ci sono dei libri di Jerry Kaplan (non prettamente filosofico) che spiega come era la ricerca a quegli anni (avendo partecipato in primis) e di come la ricerca in IA sia nata essenzialmente come tentativo di ricerca del funzionamento del cervello umano, per poi prendere altre strade (spoiler: interessi economici).

In tema poi non solo etico ma anche di discussione sugli sviluppi dell'IA (superintelligenza, singolarità ecc) ci sono i "classici" Nick bostrom e Pedro Domingos, ma qui non aggiungo altro che altrimenti ci vuole un altro post hahaha.

Infine in tema transumanesimo il maggior rappresentante e forse fondatore è Ray Kurzweil. Un pò fantascientifico forse, ma sicuramente discutibile.

Ps: è veramente la punta dell'iceberg del dibattito, sappiate che questo è un mega-mega riassunto:myeah:
 
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Per dare un'idea, il materiale sull'intelligenza artificiale in filosofia è d'interesse per due rami: Teoria della mente e ambito morale. Poi come extra ci si riflette anche sulle conseguenze sociali, ma sul piano filosofico va a impattare su questi due rami (aggiungiamo anche un piano politico, se vogliamo).

Solitamente quando si parla di AI, nel dibattito comune si cerca di dare una collocazione tra gli strumenti che l'uomo ha a disposizione, e al limite ci si pone qualche interrogativo sul programma da sviluppare per stare attenti che sia "etico", efficace e potente. Invece si tralascia molto l'aspetto "teoretico" che comporta all'interno della filosofia della mente. In altre parole, il modo in cui abbiamo "scoperto", sviluppiamo e lavoriamo l'intelligenza artificiale determina anche la visione che noi abbiamo non solo del mondo ma anche della mente stessa e di come quindi pensiamo, ragioniamo e agiamo. In sostanza le teorie dietro l'IA sono implicitamente un tentativo di rispondere e dare dimostrazione del funzionamento della nostra mente. Solitamente questo percorso comincia da Turing, e (molto brevemente) dal computer (dove per computer si intende qui l'architettura di Von Neumann, ovvero quella dei computer tradizionali). Da Turing si ha l'idea della mente come dispositivo computazionale, da cui derivano poi tutte le teorie mente=software, corpo=hardware e bla bla bla, cose che penso chiunque abbia pensato o almeno gli sia giunto all'orecchio. Da Turing si è passati poi, con la nascita dell'IA "vera e propria" (reti neurali, ML, deep learning ecc) a una diversa concezione della mente che ha dato luogo al connessionismo. Lungo da spiegare, ma in sostanza è un tentativo di superare l'idea di "serial processing" che caratterizza le macchine tradizionali (turing) in favore di un parallelismo (PDP, parallel distributed processing, c'è il libro) e che, attraverso lo sviluppo delle reti neurali, definisce il funzionamento del nostro cervello proprio come una rete neurale, o meglio come una "serie di mappe neurali" complicatissime ed intrecciate/interconnesse, in grado di elaborare quantità d'informazioni molto elevate.

In sostanza l'IA all'interno della filosofia della mente è maggiormente intrecciata tra queste due correnti. Esiste anche una teoria funzionale (funzionalismo, su cui tra l'altro devo fare la tesi:addio:) ma è un pò più specifica e coglie l'IA solo di lato.

Per concludere, computazionalismo e connessionismo sono le due correnti filosofiche (in ambito di teorie della mente) che colgono l'IA e l'informatica come base principale. Molto semplicemente quindi per computazionalismo basta anche qualche articolo/libro di Turing per rendersi conto di come l'idea che aleggiava all'epoca era proprio questa: Se io sono in grado di replicare l'azione umana di contare (quindi l'azione "matematica") all'interno di una macchina di Turing, non è che posso replicare l'intera mente umana? è possibile cioè che l'uomo agisca sempre e comunque secondo input-processo-output, secondo meccanismi che sono possibili da trasformare in algoritmo (algoritmo=ogni cosa/formula che può essere elaborata da una macchina di turing)? è possibile che la mente dell'uomo corrisponda ad un software scritto e programmato? e cosi via.

Poi con la nascita della ricerca in IA nata attorno agli anni 50 con John McCarty gli sviluppi sono diversi e nasce, come detto prima, il connessionismo e via dicendo. Per questo ci sono dei libri di Jerry Kaplan (non prettamente filosofico) che spiega come era la ricerca a quegli anni (avendo partecipato in primis) e di come la ricerca in IA sia nata essenzialmente come tentativo di ricerca del funzionamento del cervello umano, per poi prendere altre strade (spoiler: interessi economici).

In tema poi non solo etico ma anche di discussione sugli sviluppi dell'IA (superintelligenza, singolarità ecc) ci sono i "classici" Nick bostrom e Pedro Domingos, ma qui non aggiungo altro che altrimenti ci vuole un altro post hahaha.

Infine in tema transumanesimo il maggior rappresentante e forse fondatore è Ray Kurzweil. Un pò fantascientifico forse, ma sicuramente discutibile.

Ps: è veramente la punta dell'iceberg del dibattito, sappiate che questo è un mega-mega riassunto:myeah:
Sei stato parecchio chiaro, complimenti! Mi fa piacere che fai una tesi sul funzionalismo (poi vorrei leggerla dato che ho un hobby per contenuti filosofici). Argomenti veramente interessanti, grazie per averli condivisi ;)