Discussione Instagram è davvero un sito "pseudo-pornografico"? Informatica ft. Psicologia

Netcat

Utente Jade
17 Gennaio 2022
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E' triste vedere una società maschilista, che tutt'oggi giudica le donne ma gli uomini non vengono mai giudicati. Ignoranza informatica sui principi dei funzionamenti dei social media mista ad un sano maschilismo, spingono a credere che questo social network sia un sito prevalentemente composto da ragazze definite "di malaffare". Come ho fatto a smentire questa bufala?

La risposta è semplice, e al termine della lettura, non avrete più alcun pregiudizio su Instagram (a parte il fatto che è un sito affetto da alcune vulnerabilità, e la questione della privacy è ancora oggetto di critiche). Come su altri siti, Instagram implementa un'algoritmo che cerca di indovinare, o predire i contenuti che l'utente andrà a ricercare sul sito. Se si cercano contenuti inerenti a cucina/e gastronomia, Instagram restituisce contenuti pertinenti all'argomento sulla Home, e i contatti suggeriti sono perlopiù utenti interessati di gastronomia. Per confermare quanto detto, ho creato due profili fittizi, sul primo cercando contenuti riferenti ad Anime e Manga, sul secondo contenuti relativi all'Hacking e all'IT Security. Come volevasi dimostrare, nel primo caso la maggior parte dei contenuti e profili suggeriti dal sito, riconducevano ad Anime, nel secondo all'Hacking.

Cosa significa tutto questo? Significa che coloro che stanno ricevendo continuamente nella Home immagini di ragazze che fanno foto disinibite su Instagram, non hanno molto senso di lamentarsi o insultarle, dato che sono loro stessi che le cercano. Ad un certo punto della nostra vita bisogna fermarsi, e interrogare la mente per capire alcune dinamiche della nostra sessualità: "perché le giudichi male ma poi vai a influenzare l'algoritmo del sito cercando poco o nient'altro, a parte loro?" Per fare una corretta igiene mentale bisogna porcisi delle domande sulle cose che pensiamo, forse hai questo comportamento unicamente a causa di una frustrazione egoistica, sul fatto di non poterle avere? Uno scenario comune, e molto ipocrita, è quello del tizio che rivolge complimenti ruffiani del tipo "hai occhi dorati" o altre cagate colossali simili, ma poi quando vengono rifiutati, o se la ragazza per qualsiasi motivo non ha voglia, o non può rispondere (anche perchè molto da rispondere non c'è), automaticamente questi complimenti si convertono in insulti e contumerie. Signori, Instagram è lo specchio del degrado di una società maschilista in questo senso, perché mette a nudo le debolezze degli uomini deboli, di fronte a delle semplici tizie che se la stanno tirando un po', azione in cui fra l'altro non c'è niente di male (viene criticata anche quella per qualche ragione). Infatti, tutti almeno una volta ce la siamo tirata di qualcosa in fondo, ammettendocelo.
 
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Hai scoperto l'acqua calda.

è risaputo che i social network di Meta sono malati, e che creano una bolla di contenuti fatti per l'utilizzatore, basta guardare la campagna politica delle Destre sui social, negli ultimi anni, alcuni hanno fatto lo stesso esperimento che hai fatto tu anche con youtube, con i video in qui erano presenti bambini però, per dimostrare che sta roba alimenta anche la pedopornografia.

Google anni fa è stata investita da uno scandalo, poiché si era scoperto che il motore di ricerca indicizzava meglio quei siti che pagavano di piú, guarda caso, quelli che non pagavano o pagavano di meno stavano nelle ricerche piú basse, o non venivano mostrati.

E comunque non hai neanche accennato alla dipendenza che creano i social in chi li utilizza, grazie alla dopamina prodotta dal nostro corpo, o di come abbiano spostato qualsiasi protesta, che prima veniva fatta nel mondo "reale", in un mondo fittizio, o dell'effetto polarizzante che creano all'interno del contesto sociale.

Per quanto riguarda il maschilismo, bo, sarà che sono nato a metà dei 90 e il sesso quando ero piccolo era usato per pubblicizzare un fottio di roba, ma non c'è ne vedo molto, per i commenti che lasciano i tipi bhè, è l'taliano medio, che ti aspetti? Versi di Dante e Flaubert?
 
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Se puoi dare un contributo ai miei thread con una rettificazione valida come la dipendenza dai social network a me fa solo piacere, i commenti servono proprio a questo.
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Sul fatto che sia la scoperta dell'acqua calda, sì, hai ragione. Ma ti sei anche chiesto perché per te alcune cose siano la scoperta dell'acqua calda, mentre per altri no? Riflettici.
 
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E comunque non hai neanche accennato alla dipendenza che creano i social in chi li utilizza
Verità assoluta, personalmente ci sto sui social, giusto insta perchè se voglio avere degli amici lo devo usare per forza, senò rimani escluso da tutto, questo fa molto riflettere, btw, i miei "amici" sono malati dei social, è una cosa incredibile, prova a levarglieli e non sanno più che fare, la cosa preocuppante e che so ragazzi di 14-15 anni. è triste la situa.
 
Verità assoluta, personalmente ci sto sui social, giusto insta perchè se voglio avere degli amici lo devo usare per forza, senò rimani escluso da tutto, questo fa molto riflettere, btw, i miei "amici" sono malati dei social, è una cosa incredibile, prova a levarglieli e non sanno più che fare, la cosa preocuppante e che so ragazzi di 14-15 anni. è triste la situa.
Sì Ghost, ti spiego. I social originariamente erano stati fondati con lo scopo di mettere semplicemente le persone in comunicazione fra di loro, ma quest'iniziativa che suona apparentemente innocente, ha sollecitato anche le persone a livello inconscio a rimanere nella propria zona di comfort (per gestire comodamente da remoto le proprie relazioni inter-personali), che si tratta di un aspetto deleterio, in quanto uscire dalla zona di comfort è un elemento indispensabile per la propria crescita personale.
 
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E comunque non hai neanche accennato alla dipendenza che creano i social in chi li utilizza, grazie alla dopamina prodotta dal nostro corpo
Questo è un grande spunto, consiglio a tutti di leggere i due libri (sono dei saggi appoggiati su ricerche scientifiche) "Solitudine digitale" e "Demenza digitale" di Manfred Spitzer, un neuroscienziato, psichiatra e scrittore Tedesco che ha condotto per molti anni ricerche e studi sull'effetto collaterale della tecnologia sulla vita di tutti i giorni e di come questa influenzi in bene o in male comportamenti, ragioni e abitudini di vita di ognuno di noi.

Sono stati condotti numerosi esperimenti relativi alla dipendenza da social, già nel lontano 2016 (in termini tecnologici è passato davvero molto tempo) i casi di dipendenza erano parecchi, con sintomi anche abbastanza evidenti (ansia, depressione, disturbo dell'attenzione, etc.) quando ancora i social media non adottavano nè le tecniche di marketing moderne, nè il machine learning e la profilazione. Sono due letture davvero molto interessanti, le consiglio vivamente
 
Hai pubblicato un riferimento prezioso dato che questi giorni stavo riflettendo profondamente su come affrontare l'argomento alla tesi di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche. Questa difficoltà che sto riscontrando è dovuta al fatto che la Psicologia è una scienza che ha secoli di storia alle spalle ormai, mentre l'Informatica è una branca nata solamente il secolo scorso... I riferimenti sono pochi e difficili da reperire. Grazie mille @0xbro
 
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Guarda, sto cercando un video di un convegno sulla data science dove interveniva un professore e ricercatore italiano, e metteva un sacco di carne al fuoco, ad esempio spiegava che con la forte digitalizzazione è come se stessimo creando un cervello al nostro pianeta, in pratica assumeva che, internet, che ci permette la comunicazione fungeva da sinapsi, mentre ogni singolo individuo è come un neurone, che comunica ad altri neuroni tramite le sinapsi(internet), siamo diventati la rete neurale del nostro pianeta in pratica, poi parlava anche dell'analfabetismo digitale e dei primi rapporti con internet, o di come l'Africa(e i paesi del 3° mondo) si sitiano digitalizzando in poco tempo, e dei pro e contro che ne conseguono, spero di trovarla e pubblicarla perché era interessantissima.
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Trovato :
 
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A questo punto consiglio anch'io una lettura molto interessante che ho fatto tempo fa: "Out of Control - Kevin Kelly". È un libro che parla della biologia delle macchine, ma non solo, anche di come gli scienziati, i ricercatori informatici prendano spunto dai sistemi sociali già presenti in natura per elaborare infrastrutture informatiche complesse e intelligenze artificiali. Un concetto che ha suscitato tantissimo la mia curiosità, in questo libro, è come la tecnologia sviluppata dall'uomo influisca sulla sua biologia facendolo tendenzialmente diventare una macchina e come la mano dell'uomo intervenga sulla macchina conferendole proprietà biologiche. Un altro passo molto bello del libro è quello nel quale si analizza il sistema sociale delle formiche e l'autore mostra come da un sistema fittamente costruito su interazioni casuali nasca, complessivamente, un sistema intelligente, allo stesso modo delle nostre sinapsi e che verrà introdotto come meccanismo biologico nelle intelligenze artificiali. Insomma è un libro veramente eccezionale, Ve lo consiglio.