Newsletter Netbreakers #03 - Apple e il suo App Store contro tutti e la discesa in campo dell'Unione Europea

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Netbreakers - newsletter che analizza il mondo digitale
Numero 03 - Data 20/06/2020 - Made with for Inforge


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Oggi parliamo di:
  • Apple contro tutti per mantenere lo status quo dell’App Store.
  • Il caso “Hey” fa scoppiare una nuova polemica con Spotify e Epic Games.
  • L’Europa indaga sull’abuso di posizione dominante da parte di Apple.

Ed eccoci qui nuovamente, ritrovandoci tutti al nostro appuntamento settimanale, appuntamento che probabilmente uscirà con un giorno di ritardo rispetto a quanto preventivato, per permettermi di rivedere la formattazione e la punteggiatura. Penso che il tutto comincerà a venirmi più spontaneo intorno alla ventesima newsletter. Però spero che i miei automatismi autoriali emergano prima.

Vorrei permettermi di ricordarvi che questo Lunedì 22 alle 18.30 commenteremo la WWDC di Apple sul canale Twitch di Inforge quindi andate a lasciare un follow.



Oggi parliamo di giganti, giganti del software e dell’hardware, parliamo di Apple. L’azienda fondata dall’ormai leggendario Steve Jobs, l’azienda che nel Dicembre 2019 ha superato 1.3 bilioni di dollari di capitalizzazione. Un’azienda che ha 207.06 miliardi di dollari liquidi nel suo “tesoretto”. Un’azienda che nello scorso anno ha guadagnato circa 1 miliardo di dollari al giorno soltanto durante le vacanze invernali (92 giorni).

Insomma ci siamo capiti, ma Apple non è soltanto una grossa società che fattura miliardi di dollari, controlla un sistema di negozi in tutto il mondo, negozi virtuali, a distanza di un “tap” e sempre aperti nelle tasche di 1 miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo. Il famoso App Store il cui "fratello gemello" il Play Store è controllato da Google.

Proprio l’App Store è al centro di questa disputa tra Apple e gli sviluppatori che ormai ne hanno bisogno e non possono farne a meno. L’App Store ha permesso durante il 2019 di muovere circa 519 miliardi di dollari in tutto il mondo, un giro d’affari enorme, l’economia delle “app” è forte e cresce velocemente, dai giochi ai servizi online e fisici. Ormai tutto viene fatto tramite un’applicazione che deve essere prima scaricata e installata sul proprio dispositivo tramite il negozio controllato da Apple.

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Ed è proprio questo controllo esercitato da Cupertino ad essere contestato da vari sviluppatori. Apple sta usando la sua posizione dominante per controllare gli acquisti di beni digitali tramite la sua piattaforma dice il CEO di Bandcamp/Hey Jason Fried e sta danneggiando le aziende per i suoi interessi.

Apple infatti ha deciso di bloccare il rilascio dell’applicazione di “Hey’’ perché non integrerebbe correttamente gli acquisti in app (In App Purchases). L’applicazione permetterebbe la gestione della casella di posta venduta da “Hey” per 99$. Casella di posta che dovrebbe essere possibile acquistare tramite la App. per rientrare nelle regole dell’App Store, così che Apple possa ottenere il 30% del ricavato dalla transazione. A tanto ammontano le cifre relative agli IAP almeno fino ad un certo numero di clienti e anni (poi tendono a scendere fino al 15%).

Se tutti rispettano queste regole perché “Hey” si rifiuta di farlo? vi chiederete giustamente voi.

Perché non tutti rispettano queste regole, Apple è alquanto opaca nei criteri che segue per scegliere quali sviluppatori devono integrare gli IAP e quali no. Per esempio Netflix è esente da queste regole, ma anche GitHub, Dropbox Passwords e persino l’applicazione Kindle di Amazon. Apple ha ammesso che ha stretto un accordo con Amazon per permettere all’azienda di Jeff Bezos di vendere e affittare film all’interno della sua applicazione Prime Video senza incorrere nella tassazione. Alcune applicazioni come Uber o Airbnb sono escluse da questa tassazione.

Apple sceglie accuratamente su quali servizi può monetizzare e non vuole inimicarsi le grandi aziende che potrebbero dargli problemi. Invece tende a bacchettare i servizi più piccoli o quasi. Apple infatti ha una disputa aperta con Spotify e Rakuten. Spotify accusa Apple di usare il controllo sull’App Store per soffocare l’innovazione e limitare le scelte dei consumatori a favore dei suoi servizi come Apple Music o Apple TV+.

Apple è inoltre accusata dal CEO di Spotify Daniel Ek di bloccare Spotify dall’implementare funzionalità “che migliorerebbero l’esperienza degli utenti” come l’integrazione con Siri o gli HomePod e Apple Watch cosa che invece Apple fa con Apple Music.

Ma anche altre aziende stanno criticando le azioni di Apple, per esempio Match Group i possessori di Tinder e Hinge, che sono obbligati a integrare IAP nei loro servizi e Epic Games i creatori di Fortnite che per bocca del loro CEO Tim Sweeney dichiarano che “Apple parla di un campo da gioco equo per tutti, ai miei occhi questo vuol dire che tutti gli sviluppatori dovrebbero processare i pagamenti direttamente e tutti gli utenti dovrebbero poter installare software da qualsiasi fonte. In virtù di ciò Epic non cercherà o accetterà trattamenti speciali solo per i nostri interessi”.

Anche Microsoft si è dichiarata a favore, tramite le parole di Brad Smith, di ulteriori controlli su come Apple applica le sue regole, tuttavia non riferendosi apertamente all’azienda di Cupertino. Microsoft ha avuto nel corso degli anni un rapporto di amore e odio con Apple, soprattutto per il lancio di “SkyDrive” (ora OneDrive) in cui avrebbe dovuto integrare le IAP e successivamente il lancio di Microsoft Office è stato al centro di ulteriori polemiche tra le due aziende. Recentemente però è xCloud il servizio di streaming di videogiochi ad essere al centro di una disputa, per poterlo lanciare in una versione di prova su iOS, l’azienda di Redmond ha potuto includere un solo gioco e limitare gran parte delle funzionalità rispetto a quelle disponibili su Android. Per altro non è mai stato chiarito perché sia xCloud che Google Stadia incontrino resistenze da parte di Apple. Visto che l’azienda aveva rivisto le sue regole in occasione della WWDC 2018 per permettere a Valve di lanciare la sua piattaforma Steam Link.

In realtà moltissimi sviluppatori si lamenterebbero di come Apple gestisce l’App Store, ma per la necessità di dover utilizzare questo canale di vendita non vogliono farlo pubblicamente.

Intanto sullo sfondo di queste polemiche l’Unione Europea ha aperto ben due inchieste sull’uso dell’App Store e di Apple Pay.

La prima inchiesta chiarirà se Apple utilizza l’App Store per fare concorrenza sleale nei confronti di altre aziende, violando quindi le regole EU sulla competizione. Margrethe Vestager ha così commentato “E’ nostro compito accertarci che le regole di Apple non distorcano la competizione in mercati in cui Apple stessa compete con altri sviluppatori, per esempio nel caso dei servizi musicali con Apple Music o nel caso dei libri con Apple Books” e continua “Io ho quindi deciso di dare uno sguardo più da vicino alle regole di Apple e la loro compatibilità con le regole dell’EU”.

Anche Apple Pay, il servizio di pagamento di Apple, è finito sotto la lente della Commissione Europea, anche qui Apple permette solo ad Apple Pay di utilizzare i chip NFC dei suoi iPhone e Apple Watch per effettuare pagamenti. Mentre altri servizi bancari non possono offrire servizi di pagamento tramite NFC utilizzando le loro applicazioni.

La Vestager avrebbe detto che l’investigazione nasce proprio per tutelare l’innovazione, la scelta e la competizione nel campo delle tecnologie di pagamento, soprattutto in un’ottica di abbandono del contante. Apple inoltre obbliga chi integra Apple Pay a sottostare a determinate condizioni, in più riserva la funzionalità “tap and go” disponibile sugli iPhone solo ad Apple Pay.

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Entrambe le investigazioni sono partite il 16 Giugno 2020 e la Commissione ha assicurato che gli sarà data la massima priorità.

Apple ovviamente si è mossa sulla difensiva, per bocca di Phil Shiller ha dichiarato che non sono previste revisioni delle nostre policy. Per altro commentando che l’applicazione di “Hey” su iOS è stata approvata per errore. Phil Shiller ha inoltre specificato che l’azienda non vuole sul suo negozio applicazioni che possono essere scaricate ma non funzionano.

Tranne per quelle applicazioni definite nella categoria “reader” come Netflix, o tutte quelle raccolte in questo utile sito web. L’atteggiamento di Apple sembra essere quello, almeno pubblicamente, di derubricare l’accaduto ad una piccola incomprensione o lo sgarbo di qualche azienda che “non vuole giocare secondo le regole che tutti gli altri rispettano”.

Apple avrà pure vinto nel mercato hardware, rendendo l’iPhone e l’iPad uno dei prodotti più venduti di sempre, ma non può usare la sua posizione per vincere anche in ogni servizio in cui decide di competere. Per altro danneggiando infine noi, i clienti di questi servizi che saremmo probabilmente contenti di pagare qualcosa in meno e avere qualche scelta in più.
 
Apple avrà pure vinto nel mercato hardware, rendendo l’iPhone e l’iPad uno dei prodotti più venduti di sempre, ma non può usare la sua posizione per vincere anche in ogni servizio in cui decide di competere. Per altro danneggiando infine noi, i clienti di questi servizi che saremmo probabilmente contenti di pagare qualcosa in meno e avere qualche scelta in più.
Potrebbe essere una strategia che hanno in mente di eseguire per arrivare a coprire più servizi possibili