Ieri sera mi hanno condiviso quest'articolo, e l'ho trovato molto interessante.
Da una ricerca di Google, l’università di Edimburgo, il British Geological Survey, e l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, si evince che, con strumenti abbastanza sensibili, si possono rilevare terremoti oceanici grazie alle variazione della velocità con cui i dati arrivano.
A parte le potenzialità per la ricerca, la cosa davvero interessante è che ci sono moltissimi cavi in giro per gli oceani, e si potrebbero usare per avvertire la popolazione in caso di terremoti che generano tsunami. Al momento si usano le boe per questa ragione, ma non sono molto efficienti, perché ne servirebbero tantissime, sono costose, e complicate da farci manutenzione.
I cavi sono già dappertutto, e sono già predisposti per spostare informazioni, quindi potrebbero avvertire a decine di migliaia di chilometri di distanza in tempo reale.
Da una ricerca di Google, l’università di Edimburgo, il British Geological Survey, e l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, si evince che, con strumenti abbastanza sensibili, si possono rilevare terremoti oceanici grazie alle variazione della velocità con cui i dati arrivano.
A parte le potenzialità per la ricerca, la cosa davvero interessante è che ci sono moltissimi cavi in giro per gli oceani, e si potrebbero usare per avvertire la popolazione in caso di terremoti che generano tsunami. Al momento si usano le boe per questa ragione, ma non sono molto efficienti, perché ne servirebbero tantissime, sono costose, e complicate da farci manutenzione.
I cavi sono già dappertutto, e sono già predisposti per spostare informazioni, quindi potrebbero avvertire a decine di migliaia di chilometri di distanza in tempo reale.