The Witcher 4: Ciri, il Sangue Ancestrale e la Prova delle Erbe
Il ritorno del Sangue Ancestrale
Oltre a scatenare una diffusa ondata di entusiasmo circa il futuro - relativamente - prossimo della saga di The Witcher, il trailer diffuso nel corso di The Game Awards ha insomma suscitato qualche domanda sullo stato delle abilità di Ciri, sia in relazione al suo straordinario retaggio che alle capacità da Strigo mostrate nel video.
Per quanto riguarda il primo punto, sappiamo che Cirilla Fiona Elen Riannon è una discendente di Lara Dorren, erede dell'Hen Ichaer (il Sangue Ancestrale) e pertanto dotata di capacità magiche uniche ed eccezionalmente pericolose. In buona sostanza, la delfina di Cintra è un Fonte capace - fra le altre cose - di piegare alla sua volontà lo spazio e il tempo: un potere difficilissimo da controllare, che la rende tanto pericolosa quanto desiderabile agli occhi di fazioni più o meno maldisposte. Lo ben dimostrano gli eventi al centro di The Witcher 3, che nelle battute finali vede Ciri fronteggiare una vera e propria apocalisse mistica, il Bianco Gelo, e sopravvivere. Questo al netto della chiusa vista dagli utenti al termine di Wild Hunt, dato che il team polacco ha scelto di non canonizzare alcun epilogo anche in virtù della relativa ambiguità di quello "peggiore", che suscitava più di un dubbio sul fato di Cirilla.
Il video diffuso da CD Projekt RED sembra comunque dar seguito al finale in cui Geralt dona alla pupilla la lama d'argento Zirael (visibile nel trailer), dando inizio alla sua carriera da witcher dopo averla liberata dai fardelli della sua eredità imperiale. Stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, The Witcher 4 dovrebbe essere ambientato a qualche anno dalla conclusione del precedente capitolo e, pur non sapendo cosa sia successo a Ciri in questo lasso di tempo, possiamo comunque ipotizzare una manciata di ragioni per cui la protagonista non sembra far sfoggio della sua discendenza ancestrale nella cornice del trailer.
Il primo motivo potrebbe riguardare, banalmente, l'entità della sfida, dato che Ciri pare perfettamente in grado di gestire il suo mostruoso avversario utilizzando la "dotazione standard" dei witcher, opportunamente affiancata da talenti magici ben più significativi di quelli - a dir poco elementari - a disposizione dei suoi colleghi, che chiaramente avranno un impatto significativo sul gameplay (qualcuno ha detto "catena in fiamme"?). Alternativamente, possiamo ipotizzare che la battaglia contro il Bianco Gelo abbia in qualche modo fiaccato le sue capacità uniche, se non altro transitoriamente: un espediente che permetterebbe a CDPR di marginalizzare il "problema" di avere come protagonista un'entità semi-divina, e contestualmente di aggiungere uno stimolante inserto alla progressione ludonarrativa.
A questo proposito, non ci sono dubbi sul fatto che la donna sia ancora in possesso delle facoltà derivanti dall'Hen Ichaer, visto che il collettivo polacco ha confermato che durante l'avventura sarà possibile assistere a nuove manifestazioni della sua forza. Malgrado ciò, potrebbe darsi che Ciri abbia più o meno consapevolmente deciso di sopprimere - almeno in parte - i poteri ereditati da Lara Dorren, o perfino che la Prova delle Erbe abbia interferito con i suoi doni genetici.
Una nuova Prova delle Erbe
Per quel che concerne questa tappa essenziale del percorso di formazione degli strighi, fonte primigenia dei loro tratti superumani, CDPR ha lasciato intendere che durante il gioco assisteremo all'ordalia alchemica di Ciri: una prospettiva davvero stimolante, che giustifica appieno la condotta tenuta dalla protagonista nel trailer, nel quale la si vede ingurgitare quella che sembra essere una pozione del Gatto.
Con queste premesse, viene naturale chiedersi se in The Witcher 4 il succitato processo di alterazione abbia subito modifiche di sorta, atte a ridurne l'elevatissima mortalità (solo presunta nel caso delle donne) o subordinate alla particolare fisiologia di Ciri. Arriviamo quindi all'alone di mistero che circonda la Scuola della Lince, compagine di cui fa parte la stessa Ciri e che dovrebbe aver provveduto a finalizzare la sua iniziazione fra i ranghi dei mutanti. All'atto pratico non sappiamo nulla sulle origini di questa congrega, ma possiamo ipotizzare che si tratti di un gruppo di recente formazione, magari nato dalle ceneri della Scuola del Lupo dopo la morte di Vesemir. In questo momento è difficile lanciarsi in congetture sul coinvolgimento di volti noti come Eskel, Lambert (a patto che sia ancora vivo) o Geralt, ma non ci sentiamo di escludere nessuna possibilità. D'altronde CDPR ha confermato che il macellaio di Blaviken sarà in qualche modo presente nel quarto capitolo della saga, sebbene non sia dato sapere quanto importante sarà il suo ruolo, che potrebbe perfino essere limitato a qualche flashback.
Non ci sentiamo poi di escludere la possibilità di un decesso innaturale dello strigo canuto, cosa che potrebbe avere conseguenze di rilievo sull'evoluzione caratteriale della sua protetta. Il punto, insomma, è che siamo ancora agli inizi di un percorso che, con tutta probabilità, sarà lastricato di speculazioni ancora per qualche anno, ovvero il tempo che CDPR impiegherà per portare a compimento la sua opera.
Visti e considerati i caratteri della protagonista, ivi compresa la sua peculiare natura di Sangue Ancestrale, è chiaro che la rotta impostata dallo studio comporta rischi significativi sia sul piano del gameplay che su quello della scrittura, riconducibili a disequilibri ludici o ad artifici narrativi atti a contenere le facoltà di Ciri. Di contro, però, è ragionevole pensare che CD Projekt RED identifichi The Witcher 4 come il progetto della "redenzione", e che pertanto il team sia determinato a non incappare in sbavature eclatanti. Dal canto nostro, speriamo vivamente che tutto proceda nel migliore dei modi, così da onorare come si deve tanto l'eredità di una straordinaria trilogia, quanto l'enorme potenziale della nuova protagonista. Teniamo le dita incrociate.