Discussione Tutti i problemi e le criticità degli NFT, complessa innovazione o semplice speculazione?

Max Fridman

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8 Agosto 2010
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Abbiamo già parlato degli NFT (Cosa è un NFT e perché valgono sempre di più) questo "oggetto digitale" che sembra essere diventato ormai una "buzzword" di questo 2022, all'apparenza sembra tutto bellissimo, in realtà non è tutto oro ciò che luccica. Questa tecnologia porta con sé alcune criticità che è giusto andare a discutere.

Perché per valutare bene qualcosa è necessario conoscerne, ben prima dei pregi, i suoi difetti.

DISCLAIMER: Questa discussione è stata scritta il 10 Gennaio 2022, quindi potrebbe riportare informazioni ormai parzialmente inaccurate o "vecchie", i concetti di base comunque non cambiano, rendendo la discussione utile al fine del confronto.





1    Non provano il possesso di un oggetto digitale



La prima criticità, forse quella fondamentale, è che attualmente gli NFT non riescono a risolvere un problema irrisolvibile: dare prova di possesso di un oggetto digitale.

Per "possesso" si intende nel nostro codice civile:
art. 1140 c.c. possesso: il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale. Si può possedere direttamente o per mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa.

Gli NFT, in teoria, risolvono questo aspetto in due modi:
  1. Sono immodificabili poiché l'hash associato ad un'immagine è cristallizzato nella blockchain.
  2. Prova categoricamente il possesso di un oggetto perché chi possiede l'hash è l'unico che può decifrarlo.
La prima condizione, è opinabile che venga assolta con successo, poiché si tratta di un'infrastruttura decentralizzata che può essere soggetta a manomissioni, per quanto remote siano queste possibilità. L'unica autorità su una piattaforma decentralizzata sono il numero di utenti che riportano un determinato fatto come vero. Se la maggior parte degli utenti decide di cambiarlo, non può essere fermata.

Anche ammettendo che questa prima condizione sia assolta con successo, la seconda è impossibile che venga assolta. Attualmente l'unica cosa che prova la blockchain è l'avvenuta transazione del hash dell'NFT da A a B. Non c'è una reale vendita dei diritti di proprietà dell'immagine digitale.

Cerchiamo di capirlo con un esempio:

A è un pittore e fa un disegno. A crea l'NFT del disegno e lo vende a B.
A e B si scambiano l'NFT registrando la transazione nella blockchain. L'NFT non dimostrerebbe comunque la proprietà del dipinto da parte di B perché:

A in realtà non è il pittore che ha disegnato l'immagine ma l'ha rubata e ha fatto l'NFT senza autorizzazione. Oppure A può decidere di fare un altro NFT con la stessa immagine sulla stessa blockchain o su una diversa, rivendendo il nuovo NFT a C.

Chi è il possessore del disegno adesso, A, B o C? Chi è il possessore dell'NFT? L'immagine dell'NFT è unica o lo è solo l'hash? Quest'ultimo è un reale certificato di possesso? Possesso di cosa?


[REACTION]
Chi è il possessore del disegno adesso, A, B o C? Rimane ovviamente A (sempre che non sia un ladro di disegni, in quel caso il proprietario è l'artista che l'ha dipinto..)
Chi è il possessore dell'NFT? B...C...entrambi?! Tutti e due ne possiedono uno...originale!
L'immagine dell'NFT è unica o lo è solo l'hash? Di unico entrambi gli NFT hanno l'hash, l'immagine è la stessa (o quasi eheh, leggi il capitolo due per capire meglio)
Quest'ultimo è un reale certificato di possesso? Possesso di cosa? L'NFT "certifica" di essere i possessori dell'hash, nulla di più, non possiedi l'immagine.
[/REACTION]

Ad aggiungere complessità al tutto è il problema del consenso.

Disporre di una tecnologia che fornisce prova di possesso non esclude automaticamente che le persone possano non accettarla. Ad esempio nel caso del dipinto Salvator Mundi. Questo dipinto è attribuito a Leonardo da Vinci, ma non si è totalmente certi che sia stato lui a dipingerlo. La critica è stata fortemente divisa e l'unico modo per dire se il quadro è effettivamente stato dipinto da Leonardo è appunto il consenso tra gli esperti d'arte.

Anche se Leonardo da Vinci fosse vivo, potrebbe mentire, cercando di convincere gli esperti. Non avrebbe alcuna prova incontrovertibile che sia stato lui o un altro artista della sua scuola a realizzare il quadro. Un altro modo di porre il problema è che oltre alla formalità legale è necessario che un certo numero di persone sia d'accordo sul fatto che tu possieda veramente un oggetto.

Infine l'esistenza stessa di un contratto non prova che non sia stato contraffatto o firmato sotto coercizione. Non prova che entrambe le parti abbiano chiari i termini dell'accordo e li abbiano accettati. Per questo nonostante spesso ben 3 parti (di cui una indipendente) conservino copia dei contratti sia necessario poi ricorrere alla giustizia se una delle due parti ritiene che l'altra sia venuta meno agli accordi presi.

Senza una chiara autorità centrale, che viene quindi meno nel concetto di blockchain decentralizzata, non esiste il possesso. Attualmente infatti non è strano vedere NFT venduti da persone che non siano i legittimi artisti.



2    Non sono realmente decentralizzati



Un'altra stranezza degli NFT è che di fatto, l'infrastruttura attualmente più utilizzata per venderli e mostrarli, anche su siti di terze parti, è centralizzata. Parliamo del più grosso market attualmente online, OpenSea il quale:
  • si occupa di fare da middleman tra venditori e compratori;
  • ospita le immagini degli NFT nei loro server qualora i creatori degli NFT non ne possiedano uno proprio;
  • grazie alle sue API molti strumenti terzi possono interagire con gli NFT (vedi MetaMask, il wallet da tutti utilizzato per mostrare gli NFT).
Immagini caricate sul server di OpenSea? Quindi cosa c'è di fatto nel nostro NFT sulla blockchain? Una serie di numeri (l'hash) e basta. Il collegamento ad una determinata immagine si basa solamente sulla fiducia rivolta verso OpenSea e ai creatori degli NFT che ospitano le immagini. L'aspetto della decentralizzazione della blockchain viene quindi a mancare, rendendo necessaria la fiducia verso un ente centralizzato.

Chiunque, con accesso alla VPS su cui sono conservate le immagini, potrebbe modificarle, cambiandone il titolo, la descrizione o qualunque cosa sia legata all'NFT. Non è contenuta nell'hash di un NFT una descrizione dell'oggetto o un qualcosa che permette di capire quale fosse l'immagine originale.

Pertanto è facilmente possibile creare un NFT che cambia in base all'User Agent di chi lo richiede. Per esempio può essere mostrata un'immagine su OpenSea, un'altra su Rarible e un'altra su MetaMask quando viene acquistata.

È quindi possibile (ed è già successo) per OpenSea, rimuovere completamente l'immagine associata all'NFT, di fatto rendendolo inutilizzabile praticamente ovunque.

Il perché è molto semplice. Un wallet come MetaMask, Rainbow etc. sono "non custodial" ed hanno quindi la necessità di doversi collegare a terzi per poter interagire con la blockchain. Pertanto utilizzano le API che tre società mettono a disposizione per permettervi di vedere il vostro conto, le transazioni e gli NFT. Queste tre società attualmente sono: Infura, Alchemy e OpenSea.

MetaMask mostrerà le vostre transazioni recenti comunicando con etherscan (che usa Infura) e leggendo semplicemente il json che gli sarà restituito.

Queste risposte non sono autenticate o segnate, quindi possono essere manipolate. Inoltre utilizzano le stesse connessioni e gli stessi ticket TLS per tutti gli account sui vostri wallet, permettendo a queste società di sapere che sono collegati tra loro e gestiti da una stessa persona.

MetaMask, Rainbow, etc. quindi non fa altro che permettervi di vedere dati ottenuti da queste API centralizzate.

Per questo se OpenSea decide di eliminare un NFT, lo farà sparire dal loro market, elimineranno l'immagine dal loro server, rendendo di fatto il tuo NFT inutilizzabile ovunque. Ti rimarrà solo l'hash nel wallet. Non importa che il vostro NFT è sulla blockchain, perché il vostro wallet e generalmente ogni applicazione di questo ecosistema, utilizza semplicemente API fornite da OpenSea.



3    Non rispecchiano il loro valore reale



Abbiamo già impiegato molto tempo a definire cosa è un NFT e cosa non è. Una volta chiarita la natura di questo "oggetto" è necessario parlare del suo valore. Nel mondo dell'arte tradizionale il valore di un'artista è definito da vari fattori che insieme costituiscono il: coefficiente d'artista.

Il coefficiente di un artista emergente viene assegnato inizialmente dopo una valutazione da parte dei galleristi, normalmente il valore parte da 0.1/0.2 per poi arrivare tra 1 fino a 3 per artisti di fama internazionale. Ci si basa principalmente sulla "vendibilità" e sull'esperienza passata e possibilmente futura che farà l'artista. Un artista può possedere più di un coefficiente a seconda della tecnica artistica utilizzata dalla pittura alla scultura o la fotografia o ancora la videoarte.

La formula utilizzata è la seguente:
[(base + altezza) x coefficiente] x 10 = prezzo dell'opera

Il calcolo prevede la somma della base e dell'altezza dell'opera, moltiplicando il risultato per il coefficiente e moltiplicandolo infine per dieci.

Esistono alcune valutazioni che fanno variare il coefficiente di un'artista ad esempio una produzione in più copie di una singola opera in serie, comporta una diminuzione del coefficiente. L'esperienza del gallerista e la valutazione della critica viene meno però nel mondo degli NFT, tranne nel caso di artisti molto conosciuti.

L'unico fattore che viene tenuto in conto in un progetto NFT è la sua vendibilità. Secondo la greater fool theory, un investitore decide di spendere il suo denaro in un progetto, anche se sovrapprezzato, poiché riuscirà a rivenderlo a qualcun altro ad un prezzo ancor più alto, almeno finché saranno rimasti altri folli a cui vendere.

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4    Non fanno guadagnare realmente gli artisti



Una ricerca condotta sulle vendite di NFT nel 2021 ha evidenziato come la maggior parte degli artisti guadagni poco o nulla, mentre una minuscola parte dei progetti ottiene grandissime quantità di denaro. Così la promessa di "equalizzare" il mondo dell'arte digitale non rimane, di fatto, solo una promessa.

La "decentralizzazione" quindi non significa eguali possibilità per tutti. La promessa di guadagnare montagne di denaro è dovuta proprio al punto espresso precedentemente, è soltanto strumentale a rivendere questo oggetto ad un prezzo ancora più elevato.
 
Concordo con tutto quanto, gli NFt sono fuffa. Mi piace pensare riusciranno a trovare il loro spazio nel metaverso e in generale nel settore, non come "il futuro di tutto" ma come semplice strumento. In alcuni giochi su blockchain svolgono molto bene la loro funzione per dire.

Per quanto riguarda gli artisti, meglio se riprendono a vendere su deviant
 
Concordo con tutto quanto, gli NFt sono fuffa. Mi piace pensare riusciranno a trovare il loro spazio nel metaverso e in generale nel settore, non come "il futuro di tutto" ma come semplice strumento. In alcuni giochi su blockchain svolgono molto bene la loro funzione per dire.

Per quanto riguarda gli artisti, meglio se riprendono a vendere su deviant

Più che altro dovrei informarmi su come ha reagito il mercato degli NFT al crollo delle valute...in alcuni casi è crollato, in altri è praticamente in hold.
 
Secondo me hanno reagito come "solito": parte ha svenduto e parte sta holdando.
C'è ancora forte timore che il valore del bitcoin (e di tutto il resto) possa scendere ancora. Inoltre da quanto ho visto molti possessori di NFT li hanno acquistati con crypto prodotte "dal nulla" (forte trading speculativo, mining, stake, promo, ecc.) quindi sentono "meno" di essere in perdita e reggono meglio l'hold in negativo ("tanto che ho da perderci, ho fatto 100k dal nulla, ne ho spesi 50k in nft, se li rivendo ora ci faccio 1k, aspetto e amen").