Newsletter Netbreakers #07 - Si infrange il Privacy Shield e come cambia il mercato smartphone

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Numero 07 - Data 20/07/2020 - Made with for Inforge


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Oggi parliamo di:
  • Si infrange l’EU-USA Privacy Shield, cambiano le condizioni per il trattamento dei dati degli utenti UE
  • Come cambia il mercato degli smartphone nel 2020 e come cambierà in futuro
Oggi abbiamo due argomenti molto interessanti di cui parlare, la Corte Europea ha deciso che il “Privacy Shield” era insufficiente a proteggere i dati degli utenti residenti in Europa dalle leggi statunitensi. E come sta cambiando il mercato degli smartphone durante questo 2020, con una pandemia che ha accelerato le tendenze di mercato che già si intravedevano nel 2019.



E’ del 16 Luglio la sentenza della Corte di Giustizia europea che invalida l’accordo cruciale per il trasferimento dei dati tra Europa e Stati Uniti, il Privacy Shield non rispetta, secondo i giudici della corte, il GDPR poiché non viene garantito a tali dati un adeguato livello di protezione. Per chi non lo sapesse tutto comincia nel 2013 quando un cittadino austriaco, Maximillian Schrems, iscritto a Facebook, presentava denuncia all’autorità Irlandese di controllo chiedendo che a Facebook fosse impedito il trasferimento dei suoi dati dall’Irlanda agli USA, sostentendo che il diritto e le prassi degli Stati Uniti non assicurano una protezione sufficiente contro l’accesso da parte delle pubbliche autorità ai dati trasferiti verso tale paese.

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La denuncia viene inizialmente respinta, ma nel 2015 la Corte di Giustizia dichiara invalida la decisione riaprendo quindi la questione. Nel 2016 viene approvato il GDPR (che entrerà in vigore nel 2018) e la Commissione Europea decide di siglare appunto il Privacy Shield.

Questo accordo tra EU e USA prevede che venga tutelata la riservatezza dei dati personali dei cittadini europei in caso di trasferimento oltreoceano a scopo commerciale.

Nella pratica serve alle aziende USA una autocertificazione per ricevere i dati personali di utenti cittadini dell’Unione.

Vengono quindi portate innanzi alla Corte di Giustizia entrambe le decisioni prese dalla Commissione Europea, GDPR e Privacy Shield, sollevando questioni sulla loro validità.

Il punto è il seguente: il GDPR si applica ad un trasferimento di dati personali effettuato a fini commerciali da un’azienda stabilita in uno stato membro dell’unione verso un’azienda stabilita in un paese terzo, tali dati possono essere soggetti a trattamento a fini di sicurezza pubblica, di difesa e di sicurezza dello stato ad opera delle autorità del paese terzo.

Si trattava quindi di capire se le clausole del Privacy Shield, pur consentendo il trattamento dei dati da parte delle autorità di intelligence di un paese terzo, offrivano garanzie adeguate agli utenti che dovevano godere di un livello di protezione equivalente a quello garantito all’interno dell’Unione Europea dal GDPR che prevede oltre a garanzie adeguate, diritti opponibili e mezzi di ricorso effettivi.

Secondo la Corte di Giustizia europea, il Privacy Shield non permette la tutela giurisdizionale dei dati, cioè non esiste un mezzo di ricorso che offra garanzie equivalenti a quelle richieste nel diritto dell’Unione. Non esiste infatti nell’ordinamento USA la figura di un organo “mediatore”, come previsto dal GDPR, che possa limitare i poteri dei servizi di intelligence statunitensi nell’uso dei dati degli utenti europei.

I servizi di intelligence possono legittimamente disporre dei dati degli utenti europei in seguito al trasferimento perché viene sancito, d’accordo con il GDPR e il Privacy Shield, il primato delle esigenze attinenti alla sicurezza nazionale, all’interesse pubblico e al rispetto della normativa statunitense.

Adesso le 5378 società che si affidavano al Privacy Shield per la gestione dei dati degli utenti, sono istantaneamente “fuori legge” e dovranno adattarsi a rispettare il GDPR, spostando quindi una sede (se non la hanno già) e i server all’interno dei confini dell’Unione Europea. Nell’elenco figurano aziende come Facebook, Apple, Google o Mailchimp, Magento e FaceApp.

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A proposito di Apple e Google, è stato pubblicato da Strategy Analytics il report sul mercato smartphone nel Q1 2020 che riporta chiaramente un crollo del 17% nelle spedizioni del mercato globale degli smartphone passando dalle 330.4 milioni di unità nel Q1 2019 a 274.8 milioni nel Q1 2020.

La peggiore performance mai registrata per questo mercato, c'è da dire anche che la pandemia ha rallentato in generale tutti i mercati poiché i consumatori hanno evitato di effettuare acquisti.

Apple è l’azienda meno colpita segnando un -9% aumentando le sue quote di mercato passando dal 13% del 2019 a 14.3% del 2020. La pandemia sembrerebbe aver accelerato una tendenza del mercato smartphone ovvero il rallentamento del mercato fino ad arrivare ad una progressiva staticità simile a quella del mercato computer.

Le vendite del mercato smartphone sono sempre aumentate, sin dal lancio dell’iPhone, dal 2007 al 2013. Ma adesso il mercato ha raggiunto una certa maturità e i dispositivi sono sempre più affidabili e hanno una vita media sempre più lunga. Non avverrà più, come nel 2010 quando uscì l’iPhone 4, la corsa all'ultimo modello, con consumatori che sostituirono anche l’iPhone 3G del 2008.

A causa della diminuzione degli smartphone venduti le aziende hanno risposto aumentando i prezzi della fascia alta.

Tuttavia l’ingresso nel mercato smartphone di aziende come Xiaomi e Huawei sta costringendo le aziende a rivalutare le loro politiche sui prezzi, poiché queste ultime offrono prodotti economici con caratteristiche sempre più competitive. Anche il mercato dell’usato ha subito una progressiva rivalutazione, adesso è molto conveniente acquistare uno smartphone vecchio di un anno, viste le minime differenze in termini di hardware con il modello dell’anno successivo. Tutto questo, fortunatamente, a beneficio di noi consumatori.
 
Nella pratica serve alle aziende USA una autocertificazione per ricevere i dati personali di utenti cittadini dell’Unione.
Ma Facebook, in particolare, Mark Zuckenberg non era stato chiamato a rispondere della violazione di alcuni termine della privacy degli utenti iscritti al social?
Non avverrà più, come nel 2010 quando uscì l’iPhone 4, la corsa all'ultimo modello, con consumatori che sostituirono anche l’iPhone 3G del 2008
Il 3G è stato il punto di svolta dell'Apple, ma da allora dove la ricerca dell'iphone ultimo modello ad adesso dove, da parte del consumatore, conviene mantenere il "penultimo" modello..
A causa della diminuzione degli smartphone venduti le aziende hanno risposto aumentando i prezzi della fascia alta.
Una risposta inacettabile a meno che il prezzo alto non sia giustificato da ulteriori servizi offerti all'utente che potrà beneficiare di uno smartphone "all'altezza" dell'era tecnologica che stiamo vivendo e sinceramente non parlo di schermi giganteschi o di 5+ fotocamere, parlo di qualcosa di più innovativo o forse gli ultimi modelli in commercio sono così raffinati e pieni di servizi che non ci sarà più innovazione?