“Negli ultimi quindici anni abbiamo sempre detto che sarebbe stato vitale per i nostri bambini imparare la computer science, come programmare i computers. In realtà è quasi esattamente l’opposto”.
Il pubblico di fronte a questo genere di affermazione si è diviso principalmente in due parti: un lato in cui concordano affermando che con l'utilizzo degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale (il primo fra tutti il famoso ChatGPT) consentono di creare codici in modo semplice e intuitivo ampliando nuove possibilità ad un più ampio pubblico.
Dall'altro lato c'è chi sostiene che la figura cardine del programmatore potrebbe. Tuttavia, riconoscendo i progressi compiuti, sottolineano come la qualità del codice generato non sia sempre ottimale e come manchi ancora la capacità di gestire compiti complessi e creativi. Inoltre, si evidenzia come la programmazione non sia solo una questione di scrittura del codice, ma includa anche la capacità di risolvere problemi, ragionare logicamente e comprendere le architetture software. Competenze queste, che difficilmente possono essere automatizzate completamente.
Infine ci sono altri utenti che credono che sia semplicemente tutta una trovata pubblicitaria (marketing) per poter vendere maggiormente e anche a costi più elevati i propri prodotti. Dal momento che così facendo verrebbe tutto demandato all'intelligenza artificiale disincentiverebbe l'apprendimento, lasciando tutto nelle mani di chi invece continuando nello studio e investendo nelle proprie abilità arriva a creare ottimi programmi e a ottenere profitto.
Tutto questo si può racchiudere con l'interrogativo: ma serve ancora imparare a programmare?
E' complicato rispondere dato che entrano in gioco diversi fattori, come gli obiettivi individuali e il contesto lavorativo, tuttavia è chiaro che l'intelligenza artificiale sta cambiando il panorama della programmazione e che è importante essere consapevoli di queste evoluzioni. Per rimanere competitivi nel mercato del lavoro, è fondamentale sviluppare competenze trasversali come l'apprendimento continuo, la flessibilità e la capacità di adattarsi alle nuove tecnologie. In aggiunta alla programmazione tradizionale, diventa sempre più importante acquisire familiarità con gli strumenti di intelligenza artificiale e imparare a utilizzarli in modo efficace per potenziare le proprie capacità.
In definitiva, il futuro della programmazione sarà caratterizzato da una coesione tra l'intelligenza artificiale e le capacità umane le une imprenscindibil dalle altre. L'AI non sostituirà per certo i programmatori, ma ne amplierà le possibilità e li aiuterà a svolgere il loro lavoro in modo più efficiente e creativo.
C'è da dire che il CEO di Nvidia è un convinto sostenitore dell'intelligenza artificiale e il suo successo ne è la prova. Nvidia domina il mercato dell'hardware AI di fascia alta, Huang si è posizionato come uno dei leader più influenti nel panorama tecnologico odierno. Nvidia controlla circa l'80% del mercato dell'hardware AI di fascia alta, una posizione di dominio che le conferisce un enorme potere e influenza nel settore. Non solo, il successo di Nvidia ha reso Huang la ventunesima persona più ricca del mondo, con un patrimonio stimato di circa 70 miliardi di dollari.