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Spieghiamo chi sono i Guru digitali, maestri del marketing e delle affiliazioni che troviamo su YouTube e su Instagram.
1 Introduzione
Per la serie, discussioni filosofiche e riflessioni professionali, ho deciso di scrivere questo post per discutere con voi della figura digitale del "Guru". Ben diversa dalla figura spirituale, seppur molto simile negli atteggiamenti. Una definizione che ormai i media, dai più grandi ai più piccoli "appiccicano" addosso a determinate figure del mondo digitale. Persone che incarnerebbero secondo il giornalista, il "massimo esperto" di un determinato argomento.
Ma il Guru è semplicemente un esperto? no, non solo. E' anche un grande venditore, spesso e volentieri.
Ci sono poi quelli che si atteggiano da "Guru" ma non vogliono essere etichettati come tali ad ogni costo. A causa del fatto che questo titolo ha ben poco di "onorifico" come andremo a spiegare più avanti. Ma andiamo con ordine.
2 L'anatomia del Guru
Della serie, come è fatto un Guru, come lo riconosco?
Il Guru è un "marchio" vivente. Quasi come il Gabibbo per Striscia La Notizia, il guru è facilmente riconoscibile sempre in ogni occasione pubblica:
- Ha un suo modo di parlare, codificato, studiato, misurato.
- Ha un suo modo di vestire, che sia pop o che sia ricercato.
- Ha un suo modo di agire dal più calmo al più esaltato (ma sempre pianificato).
Il Guru, è sempre sul pezzo, sembra passi tutto il giorno a studiare e imparare, sembra faccia solo quello. Impossibile dire come campi il Guru, ma questo non importa.
Il Guru, è sempre solo. Un one man show, una one man band, non c'è team o se c'è non si vede mai. Il Guru fa sembrare individuale lo sforzo di anche decine di persone.
Il Guru è sempre creativo, rivoluzionario, un genio. Indipendentemente da quello che faccia o dica.
Penso di aver delineato bene alcune caratteristiche dei "Guru" moderni e digitali, questo mondo in cui è facile raccogliere una vasta platea di persone, profilarle e creare un prodotto dedicato a loro, ma questo non basta, c'è infatti bisogno che qualcuno lo venda.
3 Perché nasce un Guru
Ecco perché nasce un Guru, per vendere. Vendere cosa? Io guardo solo i suoi video! Direte voi.
Ma guardatevi intorno, leggete tra le righe, il Guru avrà lentamente costruito e lanciato vari prodotti e voi nemmeno ve ne sarete accorti e siete sicuramente andati a provarne o leggerne qualcuno.
Il Guru, vende tante cose, ma principalmente:
- Libri, ti spiego il segreto dietro al mio progetto.
- Corsi, ti insegno a diventare come me.
- Accesso ad Eventi Digitali, ti introduco nel mio ambiente e nel circolo "delle persone giuste".
- Informazioni, ti dico io dove informarti e te lo faccio fare efficacemente, facendoti risparmiare tempo e denaro.
Il Guru porta il "Personal Branding" ad un livello religioso, che penetra nella mente del fedele / consumatore obnubilato che deve semplicemente strisciare una carta. Rimanendo lì a sorbirsi discorsi che probabilmente non gli cambieranno la vita.
Ma come, io imparo! Direte voi. Perché non mi cambia nulla?
Una nozione strutturata da un "Guru" o dal suo team, proprio per il pubblico di riferimento che ha: più ampio possibile, è paragonabile all'ABC scolastico e all'uso della somma e della sottrazione algebrica di un dato argomento. Imparare realmente quelle nozioni, farle proprie, strutturare un pensiero critico e la capacità di costruire qualcosa di nuovo richiederebbe uno studio molto più approfondito della materia.
L'illusione della formazione e della condivisione di informazione, in un mondo dove l'accesso all'informazione "di base" non ha nessun costo o lo ha molto basso è la più grande forma di circonvenzione, che commette il "Guru".
4 Perché cercare un Guru è filosoficamente errato
Ma insomma se ne nascono così tanti un motivo ci sarà, tutti ne cercano uno disperatamente, lo anelano, ma perché è filosoficamente errato cercarne uno?
In questo ci viene in aiuto la dottrina di Socrate. Nonostante sia vissuto tra il 470 a.C e il 399 a.C ad Atene, il buon vecchio Socrate maestro di Aristotele e Platone esprime dei concetti che possono venirci in aiuto.
- Il Guru non sa di non sapere:
«Se mi aveste dato retta e ricordaste che sono tanti anni che vi spingo a prendere coscienza sapreste che c'è un solo bene la conoscenza e un solo male la presunzione di sapere.»
- Il Guru non crede nella maieutica:
Intenzione che manca al Guru, perché non ha tempo da dedicarvi, è troppo impegnato e non potrà ascoltarvi, per questo si dedica più che altro a intervistare gli altri, con domande scritte dal suo team. Il Guru non vi interrogherà mai cercando da voi una risposta, ma vi manifesterà il suo pensiero o quello di qualche altro esperto. Quindi non progredirete, rimarrete pertanto attaccati a lui.
- Il Guru non crede nel dialogo:
5 Conclusione
Che vi rimane quindi da fare? Ora che avete la capacità di riconoscere un "falso" maestro, non vi rimane altro che studiare da quelli che sono rimasti, i classici, quelli noiosi, che non cercano di condensare un lavoro che richiede anni in una "pillola" di pochi minuti.
Sforzatevi nel sviluppare da voi un pensiero critico, non prendendo sempre per buono quello che vi verrà calato dall'alto. Io stesso, certe volte, dopo aver finito di leggere un libro lo confronto con quanto avevo appreso prima e lo soppeso, cercando di capire quanto mi sarà utile in futuro.
Un altro consiglio che posso darvi è confrontatevi, dialogate, dibattete. L'illusione che si possa banalmente apprendere in maniera nozionistica è appunto una favola. Si apprende di più con un dialogo e un confronto informato che con un semplice ascolto o lettura passiva.
«O ingegnosissimo Theuth, c'è chi è capace di creare le arti e chi è invece capace di giudicare quale danno o quale vantaggio ne ricaveranno coloro che le adopereranno. Ora tu, essendo padre della scrittura, per affetto hai detto proprio il contrario di quello che essa vale. Infatti, la scoperta della scrittura avrà per effetto di produrre la dimenticanza nelle anime di coloro che la impareranno, perché fidandosi della scrittura si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da se medesimi: dunque, tu hai trovato non il farmaco della memoria, del richiamare alla memoria. Della sapienza, poi, tu procuri ai tuoi discepoli l'apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo per mezzo tuo uditori di molte cose senza insegnamento, crederanno di essere conoscitori di molte cose, mentre come accade per lo più, in realtà, non le sapranno; e sarà ben difficile discorrere con essi, perché sono diventati portatori di opinioni invece che sapienti.»
Platone, Fedro - Il Mito di Theuth