V1R5 ha detto:
Quando firmi un contratto questo c'è scritto, e se invece ti vuoi battere perchè vuoi un servizio gratuito, torna a vivere nella preistoria, la gente per vivere ha bisogno di soldi, non biasimo chi si faccia pagare per eseguire una select, è il suo lavoro farlo, va stipendiato per questo.
È evidente che non conosci il mondo del software proprietario e quanti modi inutili ci si inventano pur di fare autentiche rapine autorizzate all'utente finale. Se dico che ci sono autentiche lobby dietro tutto ciò, fidati che so di cosa parlo. Ci sono aziende che hanno sviluppato software anni fa, che grazie ad agganci potenti sono entrati nella pubblica amministrazione, grazie anche a gare di appalto dalla dubbia obiettività , che sono arrivati addirittura in una situazione in cui gli enti che usano quei software ricevono incentivi da comune, provincia e/o regione, e che in questa situazione non hanno nessun incentivo per migliorare il loro prodotto, e anzi approfittano della loro posizione dominante per spillare una valanga di soldi all'ente di turno anche solo per aiutarlo a fare una scoreggia. Questa situazione ha un nome: monopolio, abuso di posizione dominante.
L'esempio che ho fatto è concreto. C'è un software installato ormai su tutti i pc dei dipendenti delle biblioteche universitarie di cui non faccio il nome (ma chi lavora nel settore dovrebbe conoscerlo bene), un software sviluppato anni e anni addietro, con un client avente ancora un'interfaccia simil-DOS, che non ha nessun incentivo per migliorarsi. Tanto, la regione Emilia-Romagna finanzia tutti gli enti che usano quel software per una questione di "omogeneità e inter-operabilità del servizio", quindi perché mai l'azienda che lo ha sviluppato dovrebbe farlo evolvere o migliorarlo?
Mi sono ritrovato a lavorare su quel software come tecnico informatico, e su richiesta dell'università dovevo elaborare una particolare richiesta che non era fornita dal software per aggiornare i codici di certi testi. Ovviamente sarebbe basta una INSERT INTO sulla base dati in un mondo normale, ed essendo io il tecnico informatico, ed essendo la base dati residente su un server all'interno dell'ente pubblico per cui io lavoravo, sarei stato perfettamente autorizzato ad eseguire quella richiesta. Piccolo dettaglio: il software prevedeva che per ogni richiesta diversa da quelle esplicitamente previste dal software si dovesse chiamare il loro tecnico aziendale, con un tempo di almeno una settimana fra la richiesta di assistenza e l'arrivo del tecnico e una spesa minima per la trasferta di 200 €. Tutto questo anche se la base dati non è installata su macchine dell'azienda ma su macchine proprie. È come se il contenuto di un server proprio pagato con i soldi dello Stato non fosse di proprietà dei dipendenti di quell'ente. Ho proposto alla biblioteca di sviluppare un nuovo sistema per la gestione bibliotecaria, ma ciò avrebbe significato perdere gli incentivi della regione, anche se il mio software sarebbe stato di sicuro più conveniente e funzionale di una schifezza vecchia di 20 anni. Questa cosa ha un nome: abuso di posizione di dominante, e concorrenza sleale.
E il mondo del software proprietario e dell'assistenza tecnica è pieno di situazioni del genere. Un mio amico, sistemista per IBM, mi raccontava che le aziende che installavano soluzioni IBM erano costrette a rivolgersi all'assistenza IBM per ogni minima cosa, pena la rescissione del contratto. Anche nel caso in cui si rompesse un mouse, l'azienda era costretta a contattare IBM, aspettare i tempi tecnici per l'invio del tecnico e pagare profumatamente il tecnico.
Se ti piace questa realtà , tienitela. E io non voglio un servizio gratuito a tutti i costi, se qualcuno sviluppa una soluzione innovativa che la mia azienda o il mio ente vuole usare è giusto che questo venga pagato quanto merita. Ma speculare sul proprio servizio offerto, rubare soldi in ogni modo possibile, sfavorire la concorrenza attraverso giochi loschi con gli organi di potere o con i vertici aziendali (uniti a gare di appalto non trasparenti) e abusare della propria situazione dominante, è una cosa che è inaccettabile in qualsiasi realtà . Soprattutto se parliamo di enti pubblici, e quindi sono i contribuenti con le loro tasse a finanziare queste lobby di potere.
V1R5 ha detto:
I tecnici informatici non sono tenuti al saper utilizzare linux, se non gli serve, e ora, non serve, non è richiesto ne dalla clientela ne quindi dai datori di lavoro.
Se aspetti che sia il cliente a chiederti di cambiare il software che usa, aspetta e spera. Dovrebbe essere l'analista o l'esperto di marketing a proporre una nuova soluzione, dato che il cliente è, per definizione, ignorante e non ha mai ragione.
V1R5 ha detto:
Ti vuoi impegnare per qualcosa ?
Impegnati perchè linux sia riconosciuto al pari di microsoft windows.
Come farlo ? iniziative scolastiche, cazzi e mazzi simili.
Non me ne frega un pazzo di far conoscere Linux al pari dei prodotti Microsoft. Anzi, mi sono rotto il pazzo di queste guerre ideologiche tipiche di chi non ha chiara la situazione del mercato informatico. Non mi sognerei mai e poi mai di installare un sistema Gentoo su un server SMB che deve gestire la condivisione di risorse in una rete Windows. Non mi sognerei mai e poi mai di installare Windows Server 2008 sul firewall di zona aziendale. Non me ne frega di linuxare tutto il mondo, perché sarebbe stupido e dannoso. Un informatico degno di tale nome fa, quando gli viene commissionato lo sviluppo di una soluzione, una pianificazione e un'analisi della situazione in funzione di vari parametri, fra cui scenario di lavoro, costo della soluzione, efficienza della soluzione, e così via, mette tutti questi parametri su una tabella e sceglie la soluzione ottimale in funzione di tutti i valori richiesti. Non sceglie in base a convinzioni ideologiche, e lungi da me installare Linux dovunque. Ma se parliamo di servizio pubblico, una variabile non indifferente da tenere in considerazione è il costo della soluzione. Che in quel caso non è un denaro sborsato dal Grande Capo aziendale, ma dai contribuenti con i soldi delle loro tasse. E se ho una soluzione che funziona bene quanto una soluzione a pagamento se non meglio, ho il dovere morale di adottare quella soluzione. E ho già fatto del mio, dato che a Bolzano, dietro il progetto di insegnamento nelle scuole medie attraverso FUSS+Squeak, c'ero anch'io, e il progetto si è rivelato un successo non indifferente.